I vertici aziendali sono profondi conoscitori delle attività primarie della catena del valore, ma dominano con maggiori difficoltà le variabili non competitive. In proposito, secondo una classificazione poco diffusa in letteratura, conviene distinguere fra rischi imprenditoriali e rischi associati.
I rischi imprenditoriali sono riconducibili alle attività aziendali primarie – tipicamente acquisto, trasformazione e vendita – e si misura in base gli effetti che ne derivano all’azienda e ai suoi stakeholder. Questi rischi non possono essere trasferiti a terzi né “coperti” con i tradizionali strumenti assicurativi. Nei loro confronti deve essere attuata una politica di prevenzione, elaborando politiche aziendali coerenti, supportate da idonei strumenti di pianificazione e controllo.
I rischi associati si affiancano come ulteriori componenti di aleatorietà, elementi “di disturbo” che devono essere conosciuti, gestiti e controllati per evitare che possano incidere negativamente sulle dinamiche dell’azienda.
I rischi associati sono di varia natura; i principali sono:
- Ambientali
- Di corruzione
- Di illecito amministrativo
- Di prodotto
- Operativi
- Sul patrimonio
- Relativi alle risorse umane (non ultimo quelli derivanti dalla perdita di personale qualificato).
Ad essi si aggiungono altre categorie, non necessariamente di minore rilevanza, come ad esempio:
- Finanziari
- Informatici e informativi
- Relativi a un passaggio generazionale
- Relativi alla concentrazione del portafoglio clienti, o di quello fornitori
- Relativi agli istituti di credito.
Gestire attivamente i rischi associati, eliminandone o limitandone gli effetti distorsivi, diffonde all’interno dell’impresa una cultura del rischio in grado di migliorare le scelte strategiche e operative a tutti i livelli, e consente al management aziendale di concentrare la propria attenzione e le risorse disponibili sulle attività primarie della catena del valore aziendale.
Il tema è trattato nella monografia “Il risk management. Teoria e pratica nel rispetto della normativa”, a cura di Paolo Prandi, edita da FrancoAngeli.